E per fortuna che non so fare niente…
Io e il calcio:un bel giorno,di quelli in cui gli uccellini cantano e le margherite fioriscono,decido di unirmi a due amici che giocano a pallone. Baldanzosa e spavalda come al solito mi avvento sul pallone neanche fossi Pelè(in realtà ero perfettamente ferma,ho solo allungato la gambetta per dare un calcio alla palla). Forse il mito di Pelè ha inciso troppo profondamente sulle mie ambizioni calcistiche visto che mi sono ritrovata a fare una sforbiciata in aria….
sono caduta di culo,e quasi mi mettevo a piagere.
La palla però è rimasta immobile,a fissarmi.
Io e le sfilate:uscita da scuola mi dirigevo verso casa dei miei nonni,era una bella giornata calda,di quelle con tanto sole e in cui tutti sono allegri. Il tragitto che dovevo fare mi portava a passare davanti alla principale fermata dell’autobus della mia città,che,in quanto tale,era sempre stracolma di ragazzi che da tutte le scuole si accingevano a tornare a casa. Quel piccolo pezzo di strada rappresentava per me una super vetrina per espormi ed essere ammirata dalla comunità maschile locale(ehehehhe,io=esibizionista sfigata).Un bel giorno però ho esagerato. Sfoderati i soliti occhi a cuoricino comincio a camminare disinvolta e fintamente incurante(che falsa io),ma esagero,comincio a mettere un piede davanti l’altro come fanno le modelle in passerella. Così,per fare la ganza. E’ finita che fra me e l’ammirazione popolare si è frapposto un gradino che… davvero…io proprio non avevo visto.
Mi hanno ammirata tutti in ginocchio,dopo una caduta rovinosa e con la cartella che mi è caduta fra capo e collo. Certamente non sono passata inosservata.
Io e l’ippica:mio padre un giorno decide che dobbiamo proprio andare all’ippodromo della Capannelle a Roma. E questo a costo di alzarsi alle sette di mattina di una meravigliosa domenica! Nonostante la mia passione per le bestie in questione mi sono risentita assai per l’imposizione di un orario che ritenevo fortemente penalizzante per la mia pigrizia…la rabbia pervadeva tutto il mio corpo,la mente era offuscata dall’idea della vendetta. Doveva pagarmela il vecchio per avermi costretta! Incacchiata come un’ape(ma assonnata come un ghiro)mi dirigo decisissima per cantargliene quattro a quello(sempre padre) sconsiderato. Ebbene,
la storia finisce con me che prendo male le misure della mia stanza e mi frantumo il mignoletto del piede destro contro lo stipite della porta. E lui a dire:”ma che sarà mai!”. Mi carica lo stesso in macchina,mi porta fino a Roma e mi fa girare a piedi tutto l’ippodromo. Si è fermato solo quando l’ho minacciato di denunciarlo per violenza su minore. Dito viola,enorme,pronto soccorso. Fratture multiple scomposte in mezzo cm di osso. Un mese di prognosi e stampelle. A papà,ma dattece tu all’ippica.
Io e il desiderio dell’uomo di volare:un fredda mattina d’inverno mi trovavo a precorrere una lunghissima salita che conduceva al liceo che frequentavo. Ero con tutti i miei amichetti ed inserita nella fiumana di gente che quotidianamente si formava in pellegrinaggio verso le aule scolastiche. Ad un certo punto sento un guizzo in me,una scintilla di vita e di avventura pervade il mio giovane corpo…devo compiere un gesto atletico,devo superare i miei limiti…!
Icarooooooooooo.
Icarooooooooooooooooo!
Il mio sguardo voglioso di emozioni forti si posa su una cabina dell’Enel. Decido di salirci sopra con un solo balzo(sarà stata alta almeno un metro). Decido di mettere alla prova la mia resistenza fisica. Decido di compiere l’impresa!Con un salto felino metto il primo piede sulla cabina. Piccolo dettaglio: era troppo alta,quando ci sono arrivata con il piede invece di ancorarlo bene mi sono data una spinta nel senso opposto(io=attenzione caduta massi).
Mi sono ritrovata per terra,a pancia all’aria,come i bagarozzi quando si rigirano e non sanno più tornare sulle zampe. La fiumana di gente ha gradito lo spettacolo. Icaro possa tu essere maledetto per sempre.
Io e il wrestling:piccola e spensierata mi trovavo in un giardinetto con due amichetti. C’erano le altalene,gli scivoli…la vita ci sorrideva. Un mio amichetto stava sull’altalena(avevamo 14 anni) e io mi divertivo a girarlo e a farlo vomitare attorcigliando con tutta la mia forza le catene dell’altalena. E dai che lui mi diceva di smettere.
E dai che io invece continuavo.
Però poi mi sono fermata,lo giuro.
Quando ho sentito le sue urla strazianti e visto la sua carne che si attorcigliava fra le catene mi sono fermata! Poi non dite che non sono buona e solerte.
Ha ancora la cicatrice. Però non l’ho fatto apposta,giurin giurello.
Ah john cena(ma si scrive proprio come cena delle otto di sera o sena??),ma và a cogliere le margherite nei prati che se ti incontro ti pisto come l’uvaaaaaa!
Avrei ancora altri miei talenti da farvi scoprire,ma li lascerò per un prossimo racconto. Spero di essere stata politicamente corretta questa volta,di non aver offeso i calciatori,le modelle,i deltaplanisti,gli amanti dell’ippica e i wrestler.
Soprattutto quelli.
(ehi,si,proprio tu,john,ovviamente scherzavo eh,io sono una tua fan,ho anche le mutandine originali del WWE…si,no,no la tua faccia sta dietro,al sedere…evvabbè mica è colpa mia..su dai,non fare così,non piangere che non è successo niente…shhhhhh,bello bello della mamma,piccolino,fai la nanna…na na naaaa,na na naaa..)